Il Golpe Borghese

04.01.2021

Il 7 Dicembre in una notte incupita dalla pioggia siamo a Roma e a momenti sta per iniziare una operazione che passerà alla cronache. A guidarla c'è il principe Junio Valerio Borghese fondatore appena due anni prima del partito di estrema destra Fronte Nazionale.

Il complotto è stato organizzato nei minimi dettagli, i bersagli principali sono il Ministero della Difesa e quello dell'Interno, la RAI e le varie centrali telefoniche e telegrafiche della capitale; l'obbiettivo è uno soltanto scatenare il caos. Fra i mebri della congiura figurano soggetti affiliati al neofascismo e alcuni membri di spicco dell'Esercito e del Corpo Forestale dello Stato. 

Il momento è giunto è ora di incominciare, dal quartier generale situato in quartier Montecastro arrivano ordini precisi per prima cosa introdursi nelle armerie del Viminale per recuperare quante più munizioni possibile; nello stesso momento il Generale Casero e il colonnello Lo Vecchio si apprestano nei paraggi della difesa mentre una colonna di 200 forestali armati arriva al centro di produzioni RAI in Via Teulada.

Il principe Borghese ripassa il proclama da leggere nel quale il ribaltamento degli equlibri e il prestigio perduto sono i temi principali.

Tutto sembrava presagire un facile successo della operazione quando senza preavviso dai piani alti arrivò un secco NO, tutto al Viminale rimase dove stava e i forestali tornarono mestamente sui loro passi. Ma di fronte ad un piano così perfetto quali motivazioni avevano spinto ad annullare tutto.

La risposta è rimasta incerta per anni ma negli ultimi tempi la pista politica ha ricevuto maggiori consensi, il principe dopo i fatti si rifugiò per sfuggire all'arresto alla corte di Francisco Franco e attraverso la TV Svizzera ammise il proprio coinvolgimento.

Nonostanete tutto l' 8 Dicembre gli italiani e le istituzioni rimasero allo oscuro dei fatti almeno fino all'1984 quando dopo varie peripezie il processo fu aperto, l'esito fù però imprevedibiile tutti gli imputati furono assolti e la colonna di 200 forestali davanti alla RAI spiegata come una innocua coincidenza.


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